Amazon lanciò Alexa sul mercato italiano nel 2018.
Fa strano pensare siano passati solo due anni dal quel momento.
L’idea di lavorare sul mercato italiano venne ad Amazon da una ricerca di mercato: il team che se n’è occupato, stimava infatti che il settore della domotica, in Italia, fosse ancora un po’ troppo arretrato rispetto al potenziale.
Oggi, al lancio della quarta generazione dei dispositivi Alexa, i fatti, come spesso accade, danno loro ragione. Giusto per darvi un indicatore: al giorno, in Italia, vengono fatte più di due milioni di invocazioni relative all’accensione e spegnimento delle luci. Mica male, no?
E oggi arriva la rivoluzione del design dei dispositivi Alexa, dalle versioni più economiche, come Echo, alla versione Studio, il non plus ultra della tecnologia degli assistenti vocali.
Una rivoluzione che impatta sul design, sulle tecnologie, sulla sostenibilità e sulle caratteristiche tecniche.
Un passaggio dalla forma cilindrica a forme sferiche, per un dispositivo che si inserisce sempre meglio nelle nostre case. E, grazie all’utilizzo di materiali riciclati e a bassa impronta ecologica, un dispositivo che si inserisce al meglio nel contemporaneo (non dimentichiamo dei programmi di Amazon per il recupero dei dispositivi non più utilizzati).
Vi segnalo in particolare alcune innovazioni significative: un riassetto delle casse interne nel dispositivo “Studio”, ormai equipaggiato per risponde ai gusti degli audiofili più integralisti, per dirne una.
Ma quella che mi ha colpito di più è la rivoluzione dell’Echo Show 10: due twitter frontali e un woofer potente, ma sono solo. Il dispositivo equipaggiato con schermo ha oggi la possibilità di seguire fisicamente l’utente che sta parlando, ruotando su sé stesso. In questo modo si introduce il concetto di movimento nel mondo degli assistenti (e potrete farvi seguire dal piccoletto mentre videochiamate a mani impegnate, per esempio): un piccolo ma significativo passo verso intelligenze artificiali sempre più integrate nello spazio fisico delle nostre case e delle nostre vite.
Le innovazioni però non finisco con quello che si può vedere e provare in superficie.
Ci sono infatti due importanti rivoluzioni, sotto al cofano del nostro assistente preferito. La prima ha un nome tecnico: “AZ1 Neutral Edge”: il set di algoritmi che consentirà ai nuovi Echo di fare elaborazioni di intelligenza artificiale direttamente in locale, abbassando i tempi di risposta e rendendo i nostri dispositivi indipendentemente più “intelligenti” a autonomi rispetto al cloud.
La seconda è un nuovo hub per la gestione di dispositivi per le smart home: si allarga così il bacino delle tecnologie e dei produttori che possono lavorare insieme ad Alexa per rendere le vostre case più intelligenti (e la vita un poco più facile).
Vedere il set di innovazioni che propone Amazon è sempre affascinante: si legge in controluce la volontà di favorire l’utente, la capacità dei dispositivi di essere realmente di aiuto, ma in modo naturale, introducendo a poco a poco tecnologie complesse e guidando per mano (forse diremmo meglio “per voce”) l’utente verso l’innovazione.
Abbiamo creduto alle AI quando ancora c’era molto scetticismo: vedere il continuo progresso di questi dispositivi, ormai alla portata di un grandissimo numero di utenti, ci fa pensare di avere creduto nelle tecnologie e nelle aziende giuste.
La sfida più complessa è probabilmente quella della sostenibilità ambientale: certo, i segni dell’impegno di Amazon sono importanti, ma in questo campo c’è tanto da fare, tanto da migliorare. Le Ai dovranno aiutarci anche in questa grandissima sfida.
Benvenuta, quarta generazione di Alexa!